Da poco ho aperto questo blog, che è e rimane uno spazio personale, nel quale scrivo per liberare la mia anima dall’impertinenza di certi pensieri e dalla loro richiesta insistente di essere scritti e consegnati, magari proprio a me stesso.
Se non fosse per il male che mi procurano e per la tenacia con quale irrompono nelle mie giornate, non mi metterei a scrivere, non avendo nemmeno tutto questo tempo a disposizione. L’unico modo per acquietare lo spirito è questo e lo faccio senza troppo pensare, senza vincolarmi alle visualizzazioni o agli apprezzamenti o a niente di tutto ciò che è un correre dietro al vento
Credo che questo mi renda libero ed è quanto consegno a me stesso e a te che leggi.
Questo è il tempo della vanità e dell’apparire. Abbiamo mezzi in abbondanza per reclamare il nostro spazio, per essere considerati da un mondo che si fa sempre più virtuale e meno carnale, per cercare consensi e applausi, per sentirci qualcuno, parte di un insieme che va, dove non si sa, ma va da qualche parte.
Il mondo oggi è pieno zeppo di personaggi ben costruiti e di folle che li esalta; chi riesce ad orientarsi in questo marasma di santoni che annunciano guarigioni e miracoli e sciacalli che si fregano le mani al primo apparir di sventura?
Assistiamo ad una lotta continua tra chi si contende il posto del più accattivante e seducente personaggio del momento, una battaglia senza scrupoli per avere consensi, spesso cavalcando l’onda della frustrazione altrui, sbeffeggiando e irridendo la sofferenza soggiacente in particolari drammatiche situazioni.
Navigo in questo mondo e le facce che appaiono non mi rassicurano affatto, così il più delle volte preferisco non guardare né ascoltare. L’uomo ha bisogno di riferimenti solidi, di essere guidato da qualcuno che abbia in se qualità umane di livello superiore, ma quel che emerge, purtroppo, è vanità ed inconsistenza, pula che il vento disperde.
Faccio ritorno così alla Scrittura, ah quella sconosciuta, e vi leggo dentro una dinamica ben diversa, che va oltre le visualizzazioni o i cuoricini o le faccine che tentano di esprimere qualcosa, che da un respiro diverso alle ore umane, che mira al centro, veritiera e cruda, per stanare e ristabilire un ordine interno disperso in mille rivoli.
Nonostante si parli incessantemente di rosari e cuori immacolati, di un ripristino immediato delle celebrazioni e di diritti costituzionali violati, di Cristo e della Scrittura non v’è traccia. Ebbene se si leggesse un po’ il vangelo ci si renderebbe conto che tutta questa smania di ricevere consensi e applausi, non è contemplata da Gesù.
Tutto il contrario anzi. Egli ha scansato da se ogni volontà di autoesaltazione e di esibizionismo, proponendo invece il distacco dalla fama, la lontananza dal potere, il sacrificio silenzioso e nascosto, la pratica del bene privo di calcoli ed interessi, la gratuità di chi è consapevole di essere solo di passaggio.
Sic transit gloria mundi era la frase che il cerimoniere ripeteva tre volte davanti al pontefice neoeletto mentre bruciava un batuffolo di stoppa sopra una canna d’argento: ricordava la caducità delle cose umane e che alla fine tutti bruciamo come quella stoppa e ce ne andiamo. Altro che visualizzazioni e follower (interessante che twitter usi termini legati alla sequela), qui c’è in gioco qualcosa che non possiamo trattenere per noi e che un giorno dovremo lasciare ad altri.
Ciascuno di noi dovrebbe tenerlo a mente.
La ricerca compulsiva e illogica di essere considerati, seguiti, amati, visualizzati, bene tutto questo è solo vanità e un correre dietro al vento; si finisce per dimenticare quel che davvero siamo, chi è al nostro fianco e quel piccolo spazio di terra che ci è stato affidato e del quale siamo responsabili.
Se nessuno ti nota, se non sei famoso e magari non lo sarai mai, se non hai milioni di followers, (Gesù aveva solo dodici followers ed è stato abbandonato da tutti, pensa !!! eppure trovami uno che ha cambiato così tanto la storia come ha fatto lui, dimmelo ti prego!) e se per il mondo non sei nessuno o sei solo uno dei tanti, non preoccuparti, sei sulla buona strada.
Il regno secondo le parole di Gesù è un evento nascosto, piccolo, ordinario, spesso insignificante rispetto ad un’altra realtà dominata dalla megalomania e dall’inganno. Il regno è qualcosa di profondo, accessibile a pochi, perché sono in pochi a cercarlo davvero. I passaggi per giungervi sono tutti angusti, intricati ed impervia è la via che conduce alla verità.
Ma quando vi arrivi, quando la scopri, quando la perla è nelle tue mani sporche e sanguinanti, allora puoi esultare nello spirito per quanto ti è stato rivelato e ti rendi conto che il resto è e sarà un correre dietro al vento.
Ammiro il Nazareno mentre si ritira da una folla estasiata che vuole incoronarlo Re. Non gli resterà che l’umano fallimento e la fine di un delinquente. Sono confuso perché la sua via è radicalmente opposta alla nostra, gente affaticata ed oppressa che corre troppo spesso dietro al vento magnificando il nulla mischiato col niente.
Fantastico Federico! Non sono nessuna e sono una delle tante ma sono orgogliosa di essere sulla buona strada ❣️