È bello non sapere cosa dire
eppure credere che quel niente
potrà sanare qualcuno
che ascoltando quelle parole svuotate di ogni sapere si sentirà riempito dall’incompletezza
di chi non impone le proprie idee
che non sentenzia
non giudica, non barra le porte
e non ostruisce sentieri.
È bello non avere niente da parte
vivere di ciò che resta sul campo
e benedire chi lo ha lasciato
fosse anche per sbaglio
o per pigrizia.
Conta avere qualcosa oggi
di cui godere:
A ciascun giorno
la sua pena, in fondo.
E la mia pena soffoca nel godimento
e in ogni estasi che fende la sua lama
nel cuore che invano s’angoscia
e sovente dimentica che il Custode veglia.
È bello non sapere cosa fare
eppure fidarsi della spontaneità
di un gesto
come se fosse l’ultimo e il più luminoso,
gratuito e libero
donato al cielo inbrunito
oppure a qualcuno che per caso si fa prossimo
e che non saprà da chi è arrivato quel dono.
Quel gesto
ignoto
casuale
e forse non voluto
avrà più forza d’ogni altra
consapevole azione calcolata
e pronta ad inchinarsi dinanzi ad un pubblico delirante.
Bello è svuotarsi di ogni desiderio
di contraccambio
perdere ogni intenzionalità
per seguire il vento:
spogli
vulnerabili
e dimenticare,
camminare,
seguire,
finire… gratuitamente.
👏👏👏Bellissima poesia😍