Le parole più belle arrivano
quando non sono pronto.
Danzano nella mia mente, solenni e sfrontate,
per poi allontanarsi prima che la mano possa catturarle.
Si dileguano, allora, lasciandomi la coda della loro bellezza
e tanto basta per sentirmi frastornato e deluso.
Provo ad afferrarle ma esse non sono più:
svanite e nascoste chissà dove.
Forse quando riuscirò ad ammaestrarle sarò pronto per qualcosa che ignoro
e che queste viandanti sembrano volermi indicare.
Le sento, le parole, e sono straordinarie,
fluide e leggere come passi di angeli;
capaci di commuovere e aprire infinite vie
spesso perdute e dimenticate nell’oblio di giorni affannati.
Le parole danzano ora mute…
mi attende il sonno e l’amore.
Ho tutto, sospiro, rammentando ogni istante,
ma non ho le parole, e mi chiedo perchè esse mi visitino
e mi seducano, per poi fuggire come impaurite.
Forse è con la loro libertà
che vogliano mostrarmi la mia prigionìa?
Mi stenderò ora che il calice è vuoto.
So che le parole torneranno a tormentarmi
felici come agnelli saltellanti nei pascoli erbosi,
dove le acque sono silenti
e le tenebre premurose.